Spunti di riflessione per fotografi pippettari

Pippe mentali 2.0

Dopo la prima di una serie che forse leggerete, è arrivato il momento del secondo paragrafo, capitolo o breve racconto (insomma qualunque categoria essa abbia) su una recentissima pippa: Onestà o Istinto?

Martedì mattina, in radio c’è Alessandro Cattelan, sono reduce di una Pasquetta allegra in compagnia di persone conosciute e sconosciute, che poi sono diventate conosciute, in parte, insomma è bello socializzare! Ma non deviamo il discorso, dunque la domanda è Onestà o Istinto? chiaramente parlo di fotografia (la mia malattia). Perdersi in domande diventa quasi automatico e porsi quesiti che a volte rimangono irrisolti diventa routine. Di recente ho letto il libro di Gaarder Il mondo di Sofia (se non lo avete letto trovate un pò di tempo per farlo) e c’è una frase che mi ha colpita molto “Un’unica domanda può essere più esplosiva di mille risposte.”, diciamo che una parte di me sentiva tranquillità, soprattutto la Valentina che si chiede cose e che vorrebbe scoprire cose continuamente, e dall’altra mi ha creato un pò di inquietudine, questo perché a volte apro porte su porte alle mie molteplici domande, proprio come un Uroboro.

Detto ciò l’Onestà fotografica: tutti potremmo definirci onesti, ma quando dico onestà fotografica voglio riferirmi alla sincerità che mettiamo quando scattiamo una fotografia, non alla verità, definire cosa è vero e cosa non lo è diventa complicato in questo campo, almeno io la penso così. L’onestà allora rappresenta l’emozione che ci metti in una fotografia, attenzione non è così banale come si può pensare, essere onesti con se stessi e con ciò che si vuole mostrare non è affatto facile. Immaginate un giorno di svegliarvi e di volere raccontare uno dei segreti che nascondete nell’armadio, siete davvero certi di riuscire a farlo?

Questa domanda mi si è presentata in risposta ad un’altra domanda, è sempre interessante confrontarsi con gli altri, ma di questo ne riparleremo.